Chi sono
Giuseppe, fin da piccolo ha avuto ben chiaro cosa fare da grande: il cuoco.
Da allora tutta la sua vita è stata indirizzata a questo obiettivo.
Inizialmente però, si diploma in elettronica e inizia una attività completamente differente.
Comunque, nel 1987, consegue il diploma alberghiero e come tutti gli chef inizia la sua gavetta, quella dura, facendo esperienza, inizia con il famoso Agata Romeo e a seguire il raffinato Duchessa Leonora.
Alla ricerca di sapori, della tradizione, ormai dimenticati, vaga per le cucine delle varie regioni italiane come in Emilia Romagna il Mordi e Fuggi e tra Lombardia e Piemonte la Trattoria Del Ponte . Nel 2013 viene premiato proprio in questa regione grazie al suo risotto "fichi e noci".
L'incontro della tradizione culinaria lombardapiemontese è stato un segno. A stregarlo la storia di quei luoghi, corti antiche, luoghi accoglienti. Nasce quel legame viscerale con la terra e i suoi frutti che è il segno distintivo della cucina di Giuseppe: il cibo è poesia della terra, la cucina strumento per arricchire l'esperienza percettiva.
Giuseppe, dirompente, visionario, creativo, eclettico, è convinto che il cibo sia la poesia della terra, che un piatto debba scatenare emozioni, attivare la memoria e generare benessere. Al centro di tutto sta l'individuo. Ogni sua creazione è 'autenticità, il punto di partenza è il rispetto della materia prima e l'estrazione pura del gusto, e da qui si parte per creare assonanze inattese, generare equilibri sorprendenti, calibrati intorno al concetto di cucina sana e buona.
Il riso è senza dubbio l'alimento del suo cuore: "Considero il riso, con la sua elementare eleganza, una preziosa materia prima, un po' come una stupenda pietra grezza che, sapientemente lavorata, rivela il proprio potenziale e il proprio valore..


